La Juventus di Boniperti, 2

L'arrivo di Carlo Parola sulla panchina bianconera coincise col pronto riscatto dei piemontesi. Coi biancocelesti distratti dal male che stava divorando il suo sfortunato allenatore, i torinesi non ebbero particolare difficoltà a rimettere le mani sul titolo nel 1974-1975. Assai più emozionante fu il torneo successivo, capofila di un triennio di assoluta centralità della città di Torino nel calcio nostrano. Per i bianconeri, spesso protagonisti di insperati recuperi, fu stavolta il proprio turno di vedersi sfilare di mano uno scudetto già assaporato: la sconfitta fu ancor più bruciante perché avvenuta per mano dei cugini del Torino i quali, trascinati dai Gemelli del gol Pulici e Graziani, tornarono al successo ad un quarto di secolo dalla sciagura di Superga. Ancor più squilibrato fu il successivo campionato che vide le torinesi come dominatrici assolute, distando di ben quindici punti le inseguitrici: la Juventus del neotecnico Giovanni Trapattoni riuscì a vendicarsi dei granata, bruciando al fotofinish i cugini per una sola lunghezza, oltre a vincere la Coppa UEFA, primo trofeo internazionale del club bianconero. E anche nel 1977-1978 il tricolore fu appannaggio dei bianconeri, che distanziarono stavolta più nettamente il Toro e una temibile neopromossa, il Lanerossi Vicenza del giovane Paolo Rossi.
I Mondiali d'Argentina segnarono un momentaneo rimescolamento delle carte e, in una stagione non certo esaltante, portarono ad un'estemporanea resurrezione del Milan il quale, guidato in panchina dalla vecchia gloria Nils Liedholm, grazie ad un accorto schieramento difensivo, riuscì ad assicurarsi quella tanto sospirata Stella d'oro che così beffardamente se ne era volata via sei anni prima; la medaglia d'onore, e quella d'argento, andarono però al Perugia di Ilario Castagner, prima squadra a riuscire a chiudere la stagione imbattuta dai tempi del Genoa del 1923.
I sogni di gloria dei tifosi rossoneri invece svanirono presto, trasformandosi al contrario del peggiore degli incubi. Il campionato 1979-1980 fu l'anno del dodicesimo scudetto dell'Inter, allenata da Eugenio Bersellini, e guidata in campo da Alessandro "Spillo" Altobelli ed Evaristo Beccalossi, ma soprattutto fu la stagione dello scandalo del Totonero: il 23 marzo la Guardia di Finanza fece irruzione negli stadi arrestando quattordici tesserati coinvolti in un giro di scommesse clandestine e compravendite di partite, gettando nell'occhio del ciclone la Lazio e proprio il Milan, che furono retrocesse a tavolino in Serie B, mentre numerose altre società subirono pesanti penalizzazioni. Per i rossoneri fu la prima discesa nella cadetterìa. Nello scandalo furono coinvolti calciatori di primo livello come Enrico Albertosi del Milan, Lionello Manfredonia, Bruno Giordano e Giuseppe Wilson della Lazio, e Paolo Rossi del Lanerossi Vicenza; quest'ultimo fu squalificato per 2 anni e sarà costretto a saltare il campionato d'Europa 1980 giocato pochi mesi dopo proprio in Italia.
La Serie A uscì dallo scandalo assai indebolita, tanto che per correre ai ripari di fronte allo scadimento tecnico del torneo - certificato dal dimezzamento dei posti disponibili per l'Italia in Coppa UEFA - la FIGC decise di abbandonare la linea autarchica degli Anni Settanta autorizzando l'ingaggio di uno straniero per squadra (dalla stagione 1982-1983 diventarono due). Il campionato italiano fu avvicente fino all'ultima giornata: la lotta per il titolo, nell'anno della finora unica apparizione in A della Pistoiese, fra la Juventus, il Napoli, l'Inter e la Roma del Presidente Dino Viola e del tecnico Nils Liedholm si infiammò alla terzultima giornata, il 10 maggio 1981, in occasione dello scontro diretto fra bianconeri e capitolini al Comunale, quando un gol del giallorosso Maurizio Turone, che le moviole dimostrarono regolare, fu annullato dalla terna arbitrale guidata da Paolo Bergamo. Lo Scudetto venne assegnato nell'ultimo turno, il 24 maggio 1981, con la vittoria della Juventus per 1-0 contro la Fiorentina in casa, e con il pareggio romanista per 1-1 in trasferta a Como, ma il gol di Turone, che avrebbe significato il sorpasso dei romani al vertice della classifica a due giornate dalla fine, divenne uno dei più celebri argomenti di coloro che, negli anni a seguire, sostennero l'esistenza di una sudditanza psicologica dei fischietti italiani nei confronti della società di Casa Agnelli. Argomenti che trovarono subito nuova linfa nel 1981-1982, quando il testa a testa fra i bianconeri e la Fiorentina di Giancarlo Antognoni si risolse solo all'ultimo turno, il 16 maggio 1982, in occasione del quale un gol viola in casa di un Cagliari impegnato in una lotta per la salvezza con Genoa e Milan, fu annullato fra mille recriminazioni, mentre a Catanzaro un rigore molto dubbio trasformato da Liam Brady premiava la Juventus, consegnandole il suo 20° Scudetto, quello della Stella d'oro.

source : wikipedia, juventus

No comments: